...un
fiume di fuoco che investe le vie della citta'...
...un
origine che si perde nella notte dei tempi...
La
manifestazione
La 'ndocciata di Agnone e' una delle manifestazioni piu' sentite
dal popolo agnonese. All'imbrunire della Vigilia di
Natale, infatti, si riuniscono nella parte settentrionale del paese i
gruppi delle cinque contrade di Agnone
- Sant’Onofrio (gruppo storico fondato nel 1932, anno della prima
gara delle “ndocce”);
- Guasta (in agro di Capracotta);
- Gruppo Capammonde e Capabballe (formato quasi interamente da
giovani del paese);
- Colle Sente (in alta montagna, incentrato sulla famiglia
Bartolomeo, detta “Barducce”);
- San Quirico (zona di vallata),
costituiti da portatori di tutte le eta', con addosso i loro pesanti
mantelli neri, a ruota e dal bavero alto ("la cappa").
Al rintocco del campanone di Sant'Antonio (“quand sfèrra Sant’Antuonje”
) sono pronti per accendere le grandi 'ndocce e dare vita al piu' grande
e antico rito natalizio del fuoco.
Si incamminano lungo il corso principale del paese, dando vita ad un
immenso fiume di fuoco. Una volta giunti in piazza si riuniscono tutte
le 'ndocce in un grande falo' che ha un alto valore simbolico e
religioso: dire addio alle cose brutte dell'anno passato distruggendole
con il fuoco che sana e purifica ogni cosa...
La
'Ndoccia, da cui prende il nome la manifestazione, e' una grande
torcia lunga circa tre metri realizzata con legno di abete bianco e
fasci di ginestre legate
insieme da uno spago e riunite da paletti trasversali per formare gruppi
che possono arrivare fino a venti fiaccole. Da come la 'ndoccia ardeva
si poteva intuire la prospettiva dell'annata: se soffiava la borea,
previsioni ottime, viceversa se soffiava il vento; Una fiamma
schioppettante e consistente era di buon augurio per i raccolti e per
allontanare spiriti maligni.
Usi e
Tradizioni
Al termine della sfilata era d'uso raccogliere i tizzoni ardenti delle 'ndocce
per cucinare i "fedelojne che la baccaleana" (fedelini col
baccalà): la tradizione vuole che il fumo di questi tizzoni, portato in
casa, protegga la stessa da ogni maleficio.
Ma la 'ndoccia serviva anche per pavoneggiarsi agli occhi delle ragazze,
fare cioe' "la cumbarsa". I ragazzi infatti gareggiavano
per realizzare la torcia piu' bella e scoppiettante. A fine sfilata si
recavano sotto casa dell'innamorata e appoggiavano la 'ndoccia vicino al
portone. Se la sposa accettava, allora il padre apriva le porte allo
sposo invitandolo a casa, in caso contrario la mamma con una tina piena
d'acqua spegneva la 'ndoccia e l'ardore del giovane...
Curiosita'
Non si ha una data precisa sull'inizio di questa manifestazione;
anticamente la 'ndoccia veniva portata dai contadini per illuminare il
percorso che l'avrebbero portati ad Agnone ad ascoltare la messa della
notte di Natale. Infatti, solo nel 1886, le strade di Agnone furono
illuminate a petrolio mentre nel 1904 entrò in funzione la centrale
idroelettrica del Verrino.
La 'ndocciata si apre con i portatori di 'ndocce piu' giovani, non c'e'
infatti alcun limite di eta', basta entusiasmo e voglia di partecipare.
Ogni 'ndoccia puo' arrivare a pesare fino a 8 chili; si gareggia per chi
riesce da solo a portarne di piu'.
Piazza San Pietro - 8 Dicembre
1996:
Agnone
restituisce la visita al Santo Padre Giovanni Paolo II attraverso la 'Ndocciata,
un evento che
rimarra' nella storia di Agnone... |